Qualche giorno fa con la professoressa di religione abbiamo
parlato della religione.
“Cosa crederete che sia? Se doveste scegliere tra la vostra
felicità e la persona che più amate al mondo, quale sarebbe la vostra scelta?
Se poteste dare una percentuale alla vostra felicità, che valore dareste? ‘’
Se prima la cosa più difficile che una professoressa di
religione poteva era chiedere era l’intera vita di Gesù, ora le domande si son
fatte complesse. Bisogna riflettere e guardare
dentro di noi. Alla prima domanda, come già previsto, non siamo riusciti
a trovare risposta mentre per la seconda abbiamo trovato la coincidenza fra la
felicità e la persona in questione. Per la terza ci sono state opinioni
discordanti. Se alcuni non superavano un misero 30%, dando colpa a genitori
troppo presenti e all’ossessione scolastica, altri hanno raggiunto addirittura
il 100%, affermando che questa emozione non dipende da una ragione esterna, ma
dalla loro pace interiore: ragionamenti del genere sono dovuti anche alla
terribile influenza che la filosofia assume sugli studenti del liceo classico.
Io, come al solito, non smentisco la mia diplomazia _ se uno
dice nero e l’altro bianco, io mi
schiererò dalla parte del grigio_ o meglio, il mio bisogno di andare controcorrente.
Credo infatti, che la felicità coincida nella libertà. Mi
sento libera e felice quando, ad esempio, leggo o parlo con gli amici seduta sui gradoni di piazza di Spagna con il
vento fra i capelli e la gente che conduce la sua vita freneticamente ai miei
piedi: chissà se loro sono felici…
In definitiva, per citare Fabrizio Moro, uno dei miei
cantautori preferiti: “ mi domando se la mia è una vita felice, so rispondere
solo che mi piace….”
Beatrice
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